Il versante nord-orientale del territorio montano Biellese, confinante con la Valsesia, costituisce quella fascia geomorfologica nota come pendice dell’imponente massiccio del Monte Rosa. Vicinanze di confine con la Valle d’Aosta e con la Svizzera hanno fatto sì che, storicamente, i nostri avi, le “genti del Rosa”, prevalentemente dediti alla micro-agricoltura d’altura (piantagioni di patate e orti in genere) e all’allevamento (ovini, bovini e caprini) ricevessero visite, specie durante le transumanze estive nei pascoli degli alti alpeggi, di solerti predicatori protestanti. Costoro, di stampo sia luterano che calvinista, provenienti dalla Svizzera, entravano in confidenza con chiunque desse loro corda pur di fare proseliti. Ecco spiegata la ragione per cui il territorio della nostra Valsessera è trapuntato di Santuari per la maggior parte Mariani. Riproporre al popolo di Dio, con la costruzione di pile votive, Cappelle, Oratori, Chiese, la figura di Maria soprattutto, ma anche dei Santi e Sante più amati e venerati, insieme alle catechesi Bibliche e Mistagogiche mirabilmente scolpite e illustrate nelle architetture dei Sacri Monti (Varallo, Oropa, Graglia…), fu la priorità che il Magistero della Chiesa di allora assunse e realizzò per preservare i cattolici da eresie e abiure.
Il Santuario della Madonna della Neve (S. Maria “ad Nives”) è perla preziosa, incastonata nella magnifica corona di questi luoghi della fede. Situato, come è noto, in fondo alla Valsessera, nel territorio del Comune di Coggiola, nel punto esatto in cui il Rio Cavallero si getta nel Sessera, è detto “del Cavallero” perché da quelle parti, in epoca medievale transitavano le mandrie di cavalli dei Principi di Masserano, per raggiungere gli alpeggi estivi.
Richiamandosi, per l’intitolazione “Madonna della neve”, alla Basilica di Santa Maria Maggiore in Roma e alla relativa leggenda, il Santuario rappresenta, per le popolazioni del nostro territorio un “luogo mistico e di preghiera”, dove certamente, per chi ha fede, Maria Madre di Dio e Madre nostra, ha voluto rendersi presente per accogliere i suoi amati figli. Significativa a questo proposito, la realizzazione di un piccolo “Sacro Monte”, che culmina, all’interno del perimetro del Santuario stesso, nelle cinque Cappelle che riproducono artisticamente con statue policrome,i cinque Misteri Gaudiosi del Santo Rosario: l’Annunciazione, la Visitazione, la Natività di Gesù, la Presentazione al Tempio, il Ritrovamento di Gesù a colloquio con i dottori della Legge.
Dai primi anni di esistenza del Santuario (sec XVII) fino alla seconda metà del sec. XIX, alla custodia del complesso e dei terreni annessi si sono sempre dedicati alcuni Eremiti.
Il Luogo
Il versante nord-orientale del territorio montano Biellese, confinante con la Valsesia, costituisce quella fascia geomorfologica nota come pendice dell’imponente massiccio del Monte Rosa. Vicinanze di confine con la Valle d’Aosta e con la Svizzera hanno fatto sì che, storicamente, i nostri avi, le “genti del Rosa”, prevalentemente dediti alla micro-agricoltura d’altura (piantagioni di patate e orti in genere) e all’allevamento (ovini, bovini e caprini) ricevessero visite, specie durante le transumanze estive nei pascoli degli alti alpeggi, di solerti predicatori protestanti. Costoro, di stampo sia luterano che calvinista, provenienti dalla Svizzera, entravano in confidenza con chiunque desse loro corda pur di fare proseliti. Ecco spiegata la ragione per cui il territorio della nostra Valsessera è trapuntato di Santuari per la maggior parte Mariani. Riproporre al popolo di Dio, con la costruzione di pile votive, Cappelle, Oratori, Chiese, la figura di Maria soprattutto, ma anche dei Santi e Sante più amati e venerati, insieme alle catechesi Bibliche e Mistagogiche mirabilmente scolpite e illustrate nelle architetture dei Sacri Monti (Varallo, Oropa, Graglia…), fu la priorità che il Magistero della Chiesa di allora assunse e realizzò per preservare i cattolici da eresie e abiure.
Il Santuario della Madonna della Neve (S. Maria “ad Nives”) è perla preziosa, incastonata nella magnifica corona di questi luoghi della fede. Situato, come è noto, in fondo alla Valsessera, nel territorio del Comune di Coggiola, nel punto esatto in cui il Rio Cavallero si getta nel Sessera, è detto “del Cavallero” perché da quelle parti, in epoca medievale transitavano le mandrie di cavalli dei Principi di Masserano, per raggiungere gli alpeggi estivi.
Richiamandosi, per l’intitolazione “Madonna della neve”, alla Basilica di Santa Maria Maggiore in Roma e alla relativa leggenda, il Santuario rappresenta, per le popolazioni del nostro territorio un “luogo mistico e di preghiera”, dove certamente, per chi ha fede, Maria Madre di Dio e Madre nostra, ha voluto rendersi presente per accogliere i suoi amati figli. Significativa a questo proposito, la realizzazione di un piccolo “Sacro Monte”, che culmina, all’interno del perimetro del Santuario stesso, nelle cinque Cappelle che riproducono artisticamente con statue policrome,i cinque Misteri Gaudiosi del Santo Rosario: l’Annunciazione, la Visitazione, la Natività di Gesù, la Presentazione al Tempio, il Ritrovamento di Gesù a colloquio con i dottori della Legge.
Dai primi anni di esistenza del Santuario (sec XVII) fino alla seconda metà del sec. XIX, alla custodia del complesso e dei terreni annessi si sono sempre dedicati alcuni Eremiti.
Don Carlo
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